Uno degli strumenti più spettacolari in terapia -in termini di risultati- è far vedere alla persona di fronte a noi quanto si autocondanni a ripetere gesti e sforzi che per definizione la riportino all’inefficacia o all’impossibilità che sente interiormente.
In genere è una rappresentazione vera e propria, percepibile nei racconti che i clienti effettuano in terapia, che poi sfocia in simboli delle strutture caratteriali: portare ad esempio pesi sulle spalle per tutta la vita con l’illusione di poter smettere un giorno -e la delusione di non riuscire a farlo mai- è un vero e proprio dramma per chi lo vive ogni giorno.
Per questo motivo, fargli fare esperienza di come lo fa da solo, auto costringendosi, giorno dopo giorno, è un’esperienza che muta drasticamente il suo mondo interiore, e ristruttura, ora sì, tutta la sua vita.
Quando si effettua un lavoro di questo tipo, si ha di fronte una vera e propria situazione tragica, propria della mitologia, della tragedia o della commedia.
E vedere i propri problemi in questa luce, è di molto aiuto perché fornisce il vero e proprio sblocco che si sta cercando.
Permette di distanziarsi dalla propria esperienza, vedere la lucida verità, e trovare -da fuori- la chiarezza e l’energia per uscire una buona volta dai propri pantani.
Per i dettagli sull’incontro del 20-21 Febbraio 2016 Mito, Tragedia e Commedia della Nostra Vita
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