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Il senso dell’esistenza

Ho potuto approfondire il senso dello Scopo Primario nella mia prima specializzazione e –lo so, ormai lo dico troppo spesso- mi ha letteralmente cambiato la vita.

E’ lì che mi sono illuminato scoprendo perché ciascuno di noi sceglie di fare un mestiere, o si appassiona o meno in un amore, o intraprende qualsiasi cosa. Soprattutto, ho imparato a farmi queste fondamentali domande:

  • Che cos’ho nella testa come scopo generale e specifico di questo preciso momento, che mi fa esprimere in questo modo?
  • E questa persona che ho di fronte? Che cos’ha nella testa quando sceglie?
  • Che cos’è veramente importante per lui, oggi?
  • Ne è consapevole?
  • Come lo percepisco dentro di me quando lui parla? E dentro di sé, come si vede lui?

Sono le immagini interiori che si parlano. Tutto qui. Ed è una prospettiva che ti cambia l’esistenza.

Nel corso della terapia, soprattutto corporea, bioenergetica, queste motivazioni mutano, si evolvono, diventano più consapevoli.

Nel Workshop “Lo Scopo Primario” vengono sottolineati i vantaggi di avere uno scopo primario:

  • Ci dà la più potente energia interiore per uscire dai nostri TEMI ripetitivi (per es. farcela, partecipare, esser felici, trovare l’amore ecc.) e buttarci a capofitto nella nostra reale evoluzione. Evitando davvero, finalmente, di ri-cadere periodicamente nella FERITA.
  • Ci permette di fare da parte il nostro io: NON siamo noi la cosa più importante. E’ come quando ci nasce un figlio. I nostri bisogni, paturnie, paure, vengono travolti da un fiume in piena.
  • Non a caso abbiamo fatto l’esempio di “fare un bambino”. E’ ciò per cui –ancora- siamo al mondo. Tutto il resto segue le stesse leggi di natura.
  • Lo Scopo Primario è quindi strettamente correlato all’abbattimento dell’io (ego) a favore del sé, vale a dire molto meno orgoglio e volontà, e molte più emozioni, desideri e fisicità.
  • Ognuno di noi ha uno scopo primario, sempre, in ogni momento della nostra vita.
  • E basta solo esserne consapevoli per cambiare ed evolvere il nostro atteggiamento e la nostra soddisfazione.
  • Se poi sappiamo come funziona, lo percorriamo appieno, senza più tir’e molla, con maggiore profondità e -finalmente- rappacificazione.
  • Altrimenti, lo alterniamo con altri obiettivi meno primari e meno profondi, con la sensazione di “girare in giro”, senza un reale passo in avanti consapevole, bensì con tentativi ed errori, sperando di azzeccare la qualunque legge dell’universo che regoli la nostra felicità.
  • Eccola la legge dell’universo, ce n’è una sola di prioritaria per noi: è la Legge dello Scopo Primario

L’interessante in terapia è che lo scopo primario è strettamente correlato alle proprie ferite, o al tema conseguente, al ritiro o all’evoluzione.

Per continuare la lettura dell’articolo:

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