Percepire vibrazioni corporee -fuori dalla propria volontà- scioglie le tensioni croniche.

Ciò proprio perché le vibrazioni sanciscono il primato e l’indipendenza del corpo dal controllo della mente, cronico appunto, perché innaturale.

Ce lo fanno percepire in modo diretto, evidente e inevitabile.

Alla fine di una sessione ove si siano provate profonde vibrazioni, si producono effetti che non si possono più ignorare.

 

Le vibrazioni sono lo strumento cardine del benessere quindi, ed è utile ricordare che in altre discipline non c’è un fenomeno simile e nemmeno paragonabile.

Anzi, in molte attività come lo yoga, vibrare durante gli esercizi è considerato banalmente un errore.

Anche in altre forme di ginnastica oggi in voga non sono ammesse e permesse come se inficiassero i benefici laddove invece sappiamo che li s-catenano.

Ci sono viceversa nel ballo, danza e divertimento da luna park.

E perché mai una vibrazione che rende il ballo e il piacere così vitali, non dovrebbe portare benessere e salute in una pratica corporea?

E figuratevi allora se queste vibrazioni vengono suscitate per principio, come accade in bioenergetica appunto, con le sue regole e la sua costanza.

In Bioenergetica si vibra per effetto di un lavoro su di sé.

Gli esercizi di Bioenergetica sono creati infatti proprio per suscitare una sensibilità e reattività nei muscoli interessati, tale per cui si produca un effetto particolare:

Dalle gambe in su, si iniziano a percepire piccoli tremori intensi e profondi che ci fanno sentire vivi, vitali, attivi e in pace contemporaneamente.

 

In tal modo, laddove con la semplice ginnastica in palestra, i muscoli restano passivi, e sconnessi gli uni dagli altri, (parte alta dalla parte bassa, braccio destro da braccio sinistro ecc.), e sottoposti a rituali sempre uguali…

 

…nelle nostre sessioni ogni posizione diventa un’esperienza, una scoperta che si connette all’umore, allo stato generale dell’energia, ad ogni parte del corpo, il quale tutto insieme reagisce e crea appunto una rigenerazione.

 

E ciò diventa uno strumento che innesto ovunque: nel lasciarmi andare in qualsiasi situazione, fino a percepire l’obiettivo generale della mia esistenza:

se non vibro, se qualcosa non mi fa vibrare, non mi accende, non mi fa sobbalzare…

…non mi suscita niente in realtà.

Diventa così una vera e propria metafora della vita:

Io ho diritto a un’esistenza vibrante.

 

Proprio come da bambini, anzi di più: quando accendersi ed entusiasmarsi era permesso.

 

Così oggi queste nuove priorità ci riconsegnano la vita intensa, piena, profonda.

 

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